Lo studio delle emozioni umane è utile sia per approfondire la conoscenza della nostra specie sia per prevenire o curare i disturbi mentali.

Le recenti ricerche sulle neuroscienze si stanno interessando alle loro basi biologiche, occupandosi delle emozioni specifiche più che del concetto generale, fondandosi sull’idea che almeno alcune emozioni siano il prodotto di sistemi neuronali antichi e anatomicamente definiti, che si sono evoluti per consentire la sopravvivenza dell’individuo e della specie.
La mappa di questi sistemi vede il suo centro nevralgico nell’amigdala, un nucleo sottocorticale localizzato nel sistema limbico, strettamente connessa con l’ippocampo e i centri del sistema nervoso vegetativo collocati nel tronco encefalico.
È essenziale precisare che non esiste un singolo interruttore della paura negli esseri umani ma rispondere alle minacce coinvolge più aree del cervello. Gli scienziati hanno però individuato nell’amigdala i fondamenti di questi processi.

L’amigdala: base delle emozioni e struttura centrale della risposta alla paura

L’amigdala è la struttura cerebrale addetta alla nostra memoria emozionale.
Grazie agli stretti collegamenti con l’ippocampo, luogo in cui vengono elaborate le memorie, l’amigdala può valutare la pericolosità di una situazione attuale confrontandola con quelle passate. Inoltre può legare un’emozione a queste situazioni avendo la facoltà, se lo ritiene necessario, di attivare il sistema nervoso simpatico e rilasciare gli ormoni della paura: adrenalina, noradrenalina e dopamina, innescando così una reazione immediata al pericolo. Queste risposte vengono attuate dall’amigdala prima ancora che lo stimolo raggiunga la neocorteccia, dove i pensieri vengono razionalizzati, perciò prima ancora di esserne coscienti.
È stato osservato che come risposta iniziale ad uno stimolo stressogeno l’amigdala reagisce aumentando la produzione di una proteina, la neuropsina. Questa innesca una serie di eventi che determinano un aumento dell’attività dell’amigdala stessa, e ne conseguono le risposte sovracitate.

Predisposizione e gestione della paura
Le paure possono derivare da un trauma precedente, oppure non essere legate a nulla di specifico e dovute solamente ad una predisposizione personale
Nella predisposizione alla paura, ansia e panico, ci potrebbe essere una deregolazione dei circuiti serotoninergici sottostanti queste emozioni.

Come si può notare in chi soffre della malattia di Urbach-Wiethe, una patologia che invalidando l’amigdala altera la percezione del pericolo ed espone l’individuo ad eventi estremi, la paura è un’emozione fondamentale per la sopravvivenza dell’essere umano, ed è alla base di disturbi psichici estremamente comuni ai giorni nostri, come ansia generalizzata (DAG), attacchi di panico e disturbo da stress post-traumatico (DSPT). La comprensione di quest’emozione consente una migliore qualità della vita di ognuno e una più corretta gestione di questi disturbi.
Inoltre comprendere e sfruttare la paura è ciò che permette ad una persona di superare i momenti difficili dell’esistenza ed ottenere dalla vita quello che più si desidera.


Fonti:

Benjamin K. Attwood, “Neuropsin cleaves EphB2 in the amygdala to control anxiety”, Nature, 2011
https://www.lescienze.it/news/2011/04/21/news/neuropsina_la_nuova_molecola_dell_ansia-552330/
A. Oliverio Ferraris,Psicologia della paura, Bollati Boringhieri, 2013
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