Attualmente siamo esposti alla minaccia del Coronavirus ma le malattie infettive sono parte integrante della storia dell’umanità ed hanno cambiato e influenzato in modo decisivo il corso della storia.

Le malattie infettive sono parte integrante della storia dell’umanità e da quando i collegamenti tra i popoli si sono intensificati, gli agenti infettivi hanno avuto modo di causare delle vere e proprie pandemie, ossia epidemie che si diffondono su scala planetaria.
Attualmente siamo esposti alla minaccia del Coronavirus: il virus responsabile della sindrome denominata COVID-19, una sindrome respiratoria acuta di grave entità.
Così come COVID, la maggior parte delle pandemie ha un’origine animale, sono, cioè, delle zoonosi. In alcuni casi nascono dalla stretta convivenza tra persone e animali da allevamento e sono poi favorite dai grandi agglomerati urbani con elevata densità abitativa.
Altre epidemie, invece, sono state determinate dalla colonizzazione e dalla conquista di nuovi territori: virus e batteri sconosciuti ai sistemi immunitari delle popolazioni autoctone hanno causato vere e proprie stragi.

Di epidemie e pandemie si è parlato anche in tempi più recenti: un esempio riguarda l’influenza suina nel 2009, causata dal virus influenzale A/ H1N1; fino ad oggi, con l’attuale pandemia di COVID-19 causata dal virus Sars-CoV-2.
Queste pandemie hanno trasformato le società in cui sono comparse e hanno cambiato e influenzato in modo decisivo il corso della storia. Vediamo insieme le maggiori pandemie che hanno afflitto l’umanità:
1. La peste nera

La grande peste nera del 1300 fu la peggiore per la popolazione europea che ne uscì decimata; la pandemia fu probabilmente importata dal Nord della Cina.
Era conosciuta per i suoi precedenti ma le sue cause e il suo trattamento erano completamente sconosciuti. Questo, insieme alla velocità di diffusione, la resero una delle più grandi pandemie della storia. Solo cinque secoli più tardi venne scoperta la sua origine animale e il suo collegamento con i ratti, che durante il Medioevo convivevano nelle grandi città con le persone spostandosi addirittura con gli stessi mezzi di trasporto, come le navi, verso città lontane, portando il virus con sé. I numeri che ha lasciato dietro di sé questa epidemia sono sconvolgenti. Secondo i dati in possesso dagli storici si stima che la penisola iberica perse circa il 60-65% della popolazione e la Toscana fra il 50 e il 60%: la popolazione europea passò da 80 a 30 milioni di persone.

Uno dei simboli più riconosciuti di questa epidemia è l’abito dei Medici della Peste: una tunica nera e una maschera a forma di becco dove erano contenute essenze aromatiche e paglia, che avrebbero dovuto, secondo le credenze dell’epoca, impedire il passaggio degli agenti infettanti.

2. Il vaiolo

Altre epidemie, invece, sono state determinate dalla colonizzazione e dalla conquista di nuovi territori: virus e batteri sconosciuti ai sistemi immunitari delle popolazioni autoctone hanno causato vere e proprie stragi. Ne è un esempio la conquista spagnola delle Americhe nel Cinquecento, quando il vaiolo uccise quasi tre milioni di indigeni mesoamericani.


Il virus del vaiolo, la cui diffusione negli esseri umani è nota da almeno 10.000 anni, è la causa della malattia nota come vaiolo: il suo nome fa riferimento alle pustole che apparivano sulla pelle di chi ne soffriva. Era una malattia grave ed estremamente contagiosa che decimò la popolazione mondiale dalla sua comparsa, arrivando ad avere tassi di mortalità fino al 30%. Si espanse massicciamente nel Nuovo Mondo quando i conquistatori iniziarono ad attraversare l’oceano, colpendo in modo terribile una popolazione con difese molto basse contro nuove malattie; in Europa ebbe un periodo di drammatica espansione durante il XVIII secolo, infettando e sfigurando milioni di persone.
Fortunatamente l’uomo è riuscito a debellare questa piaga con la vaccinazione. Il vaccino per il vaiolo infatti fu il primo vaccino efficace mai sviluppato e introdotto da Edward Jenner nel 1798.
Meno di 2 secoli dopo, nel 1977, è stato registrato l’ultimo caso di contagio del virus che da allora è considerato estinto.

3. L’influenza spagnola

Nel XX secolo l’enorme crescita della popolazione mondiale e lo sviluppo dei mezzi di trasporto moderni, insieme ai tanti benefici, hanno permesso anche ai virus di viaggiare rapidamente da una parte all’altra del pianeta. La madre di tutte le pandemie, sviluppatasi in concomitanza con la Prima guerra mondiale, è l’influenza Spagnola, chiamata così perché le prime notizie su di essa furono riportate dai giornali spagnoli, siccome la Spagna, non essendo coinvolta nel conflitto mondiale, non era soggetta alla censura di guerra.

Gli spostamenti delle truppe sui fronti europei e il ritorno in patria alla fine del conflitto aggravarono il contagio e i sistemi sanitari rischiarono il collasso.
Il virus dell’influenza spagnola colpì principalmente giovani tra i 20 e 30 anni, in due ondate dal 1918 al 1920, causando la morte per una rapida insufficienza respiratoria. Contagiò mezzo miliardo di persone uccidendone almeno 50 milioni, anche se alcune stime parlano addirittura di 100 milioni di morti.

La mortalità totale le valse la definizione di più grave forma di pandemia della storia dell’umanità: ha infatti causato più vittime della terribile peste nera del XIV secolo. Si calcola che morì dal 3 al 6% della popolazione mondiale.

di Luca Lo Russo
Fonti:

https://www.fondazioneveronesi.it
https://www.storicang.it (National Geographic)
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