Nonostante le sue sole cento novantasei pagine -più le venti contenenti le fonti- è un libro che ha bisogno di tempo per essere letto. Non per la scrittura della Vargas, che è anzi frizzante e piacevole, ma per i contenuti che necessitano di ore –se non giorni o addirittura mesi per i più deboli di stomaco- per essere digeriti.
Con parole severe ma giuste Fred ci restituisce un quadro generale che troppo spesso non vediamo o facciamo finta di non vedere. Un quadro di cui noi, “la gente”, dovremmo essere a conoscenza e che invece loro -i governanti e le lobby- ci nascondono dietro un velo di false speranze e rassicurazioni, privandoci dalla triste realtà. Non è complottismo ma il rapporto dell’Onu e di tutte le associazioni globali: ‘senza una drastica riduzione delle emissioni di CO2, fino al 75% degli abitanti del pianeta potrebbe essere vittima di ondate mortali di caldo entro il 2100.’
Il contenuto
Le rivelazioni di questo libro sono un fulmine a ciel sereno che si trasforma presto in una tempesta sempre più tumultuosa, in un mare di ‘se’ e di ‘ma’, di convinzioni che crollano e di miti distrutti. Fino a che, ad un certo punto, in balie delle onde, non ti chiedi se forse sia più facile lasciar perdere, chiudere il libro e far finta che niente sia mai accaduto. Se rinsavisci e riesci ad arrivare fino alla fine spunta l’arcobaleno e scopri che qualcosa c’è, che qualcosa è stato fatto -anche se ancora troppo poco- e, soprattutto, che qualcosa puoi fare anche tu.
“L’umanità è in pericolo” inizia elencando le innumerevoli particelle inquinanti che immettiamo nell’atmosfera, la loro pericolosità e da chi o da cosa vengono maggiormente prodotte. Si addentra poi nel settore agroalimentare facendo passare a chiunque la voglia di andare al sushi, mangiare una bistecca o finire il tiramisù della nonna. Naviga ancora per un po’ tra le microplastiche e l’inquinamento dei mari, fino ad arrivare alla deforestazione e al permafrost; il tutto costeggiato da qualche pallida speranza. Fred Vargas riesce a trattare temi così dolorosi, pesanti e delicati con ironia, facendo persino scappare qualche sorriso nel mare di lacrime.

In conclusione
Classifica infine i suoi lettori e chiunque sia venuto a contatto con queste tristi realtà in alcune categorie, o meglio, reazioni:
- Diniego. Tipico dei classici leoni da tastiera, coloro che preferiscono vivere nell’ignoranza. Il rifiuto ‘permette alla loro psiche di proteggersi dall’angoscia che suscita un futuro tanto minaccioso.’
- Collassologi: studiano il collasso mondiale ma ritengono possibile contenerlo.
- Survivalisti: per prepararsi si immergono nella natura, tentando di sopravvivere senza alcun comfort. Diversi dai survivalisti ricchi che si preparano armandosi fino ai denti, costruendo bunker e immagazzinando viveri.
- Speranzisti: consapevoli dei grandi sconvolgimenti, tentano di agire nella misura delle loro competenze e della loro possibilità e sperano nelle attività passate e future -seppur a brevissimo termine, consapevoli del necessario e radicale cambiamento della società-
E voi? Che reazione avrete dopo aver letto il thriller di Fred Vargas?
